Il Tempo - La saga mediterranea di Starace
1-6-1971
In genere, una mostra antologica fa il punto sulla situazione operativa di un artista, attraverso un'analisi più o meno attenta ed approfondita della sua ricerca; quando poi una tale mostra rappresenta anche il ritorno nella propria città ed il primo appuntamento artistico con essa, evidentemente il discorso assume una dimensione più vasta e necessita di un appro- fondimento non solo cultura- le, ma anche di situazioni.
Ecco, pertanto, che a voler parlare di Pippi Starace oc- corre dimensionare ogni cosa netta direzione di una ricerca situazionale sull'uomo nella sua ambivalenza operativa; in- dividuo e società. Ad una valutazione oggettiva, quindi, bisogna tener conto del rapporto abituale che esiste tra l'io (fisicamente inteso) ed il pittore; infatti soltanto attraverso la pluralità dette situazioni, o meglio, della loro valutazione, si può giungere ad un livello discorsivo coerente co-
La sua attività, avallata da una conoscenza (notevolmente ampia) delle tecniche, ha affondato le sue radici in "...grandi costruzioni pittoriche scandite su ritmi d'epopea... — e mediante — ...un cammino faticoso che si sviluppa con una logica rigorosa l'arte di Starace si è sempre più affinata, concentrata nella ispirazione e nella ricerca di una spazialità assoluta..."; questo, in sostanza, il concetto che Franco Silvestri ha voluto sviluppare nella presentazione.
Ed infatti, partito da ricerche formali direttamente filiate dal futurismo e dal cubismo, Starace ha svolto il tema in un'accettazione libera, ma pur sempre rigorosa; in perfetta aderenza all'ispirazione ed alla validità di temi lirici ed emotivi che pur avvalendosi di risposte immediate agli stimoli personali, conservano una generalizzazione di fondo nel loro impianto costruttivo, come contenuti e come forma.
La pittura è tangibile ed al tempo stesso allegorica e lirica, figurativa e sentimentale; infatti la giovane fanciulla innamorata che ascolta la canzone d'amore (in una posa di dolce abbandono) non rappresenta la realtà di un solo momento, ma una più vasta visione del tema.
Ed oltre questo la scabrosità delle superfici o anche la materialità delle stesse, sono un mezzo di aggressione di cui il pittore si avvale per un'imposizione evocativa dell'immagine sullo spettatore.
La storia dell'uomo viene rappresentata in maniera evidente, a volte anche a brandelli, in una volontaria e determinata costruzione di sensazioni che si accavallano in una sorta di saga mediterranea ricca di umori e di colori; è mito e cultura in una dimensione poetica che supera la costrizione dello spazio, per giungere allo spirito dopo una traccia scavata con forza ed a volte perfino con rabbia.
TOTI CARPENTIERI