Auditorium - Roma 1971

RIVISTA MENSILE DI CULTURA E INFORMAZIONI ARTISTICHE - ANNO XX - N. 8 - Roma 1971

La nuova personale, che Pippi Starace ha tenuto dal 4 ottobre presso la Galleria II Cavalletto, è stato un evento di singolare importanza sia per la rinomanza del Pittore acquisita attraverso alcuni decenni di multiforme attività sia per la superiore qualità dei quadri esposti.

Pomeriggio d'estate

Pomeriggio d'estate

In effetti, questo Artista, tipicamente mediterraneo per forme e colori e dalla fervida e prestigiosa fantasia, in tanti anni di lavoro, spesso duro e tormentoso, non ha mirato, come purtroppo molti fanno, il successo effimero ed immediato, ma precipuamente a creare opere durevoli nel tempo.

Egli, ricercando e sperimentando, avvalendosi delle sue estese nozioni tecniche e, soprattutto, attingendo alla poesia che copiosa gli sgorza dall'animo e alle sue doti di inventiva, immaginazione e cultura, ha realizzato una imponente serie di opere (pitture parietali di vaste dimensioni, quadri e talvolta anche sculture di pregio) destinate a documentare il suo mondo originale e, sotto tanti aspetti, l'epoca in cui viviamo. E tutti sanno che le arti sono testimonianze vive e palpitanti delle civiltà passate e presenti.

Basterà osservare, anche fugacemente, alcuni suoi lavori, in cui le immagini trasposte hanno parvenze e significati favolosi, per convincersi dei suoi intenti d'arte e del suo fermo proposito di non fermarsi mai, ma di marciare verso mete sempre più elevate per attingere quel "quid", cioè l' "optimum" che rappresenta il più ambito traguardo per ogni serio e dotato Autore.

Come si rileva ad abundantiam dai quadri di questa mostra, Pippi Starace appare anzitutto un compositore meditativo di grande duttilità e facondia. Senza esagerare si può affermare che nelle sue opere, le quali rispecchiano indubbiamente le sue esperienze di pittore murale e sono costruite con tanta sapienza ed echi postcubisti e postfuturisti, la composizione è estremamente curata in ogni millimetro della superficie del quadro. I diversi elementi compositivi, strutturati sinteticamente, si armonizzano in visioni estatiche di particolare purezza, di esaltante corposo cromatismo.

La materia-colore-luce, che del resto deriva dalle sue esperienze parietali, è l'altra caratteristica saliente delle odierne pitture di Starace, t una materia cangiante e timbrica, modulata e significante, molteplice negli accordi e nei ritmi e nella concisione delle gamme.

E in quanto alle rappresentazioni, che sono tutte traslate, va messo in evidenza che il Pittore, di temperamento riflessivo e nel contempo emotivo, ha fonti di ispirazione quanto mai varie. Un frammento etrusco, un albero combusto, delle ninfe, pesci iridati, figure familiari di grande dolcezza e soavità, ricordi, evocazioni, ecc., costituiscono spesso il sostrato trasfigurato dei suoi dipinti. Però, alla fine, riguardando i quadri, si ha la precisa sensazione che a volte le sue raffigurazioni non sono che pretesti per le sue composizioni e per le sue controllate e luminose espansioni materiche. Si osserva ancora che egli è qualche volta simbo- lico, altre volte appare idilliaco-romanticheggiante, mentre le sue lievi e mitiche rigure femminili denotano una ieraticità estetizzante, un rasserenante senso di pace idealizzata.

Liriche e raffinate sono sempre queste immagini di gusto spaziale-architettonico con un sottofondo di moderna sentimentalità e Pippi Starace, Artista contemporaneo, sembra più che mai in marcia, in netta evoluzione, proteso verso il futuro.

Franco Paolo Catalano